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Gli Alterati: -ino e -one

Gli Alterati: -ino e -one

In italiano, è molto comune cambiare la forma di un nome per esprimere una qualità speciale. Usiamo dei "suffissi" (le terminazioni) che aggiungiamo alla fine della parola.  

1. Il suffisso -ino (diminutivo) 

Il suffisso -ino si usa per dare un'idea di qualcosa di piccolo. La parola indica una cosa o una persona di dimensioni ridotte, ma spesso aggiunge anche un senso di tenerezza o affetto.

  • Quando una parola finisce in -o, la cambiamo in -ino:
    • Un libro → un librino (un piccolo libro)
    • Un ragazzo → un ragazzino (un piccolo ragazzo)
  • Quando una parola finisce in -a, la cambiamo in -ina:
    • Una casa → una casina (una piccola casa, con affetto)
    • Una borsa → una borsina (una borsetta piccola)
  • Quando una parola finisce in -e, la cambiamo in -ino o -ina:
    • Un fiore → un fiorellino (un piccolo fiore)
    • Un cane → un cagnolino (un piccolo cane, con affetto)

2. Il suffisso -one (accrescitivo)

Il suffisso -one si usa per dare un'idea di qualcosa di grande. Spesso questo suffisso si usa anche in senso scherzoso o per enfatizzare una qualità.

  • Quando una parola finisce in -o, la cambiamo in -one:
    • Un libro → un librone (un libro molto grande, voluminoso)
  • Quando una parola finisce in -a, la cambiamo in -ona:
    • Una casa → una casona (una casa molto grande)
  • Anche per le parole che finiscono in -e, la cambiamo in -one o -ona:
  • Un fiore → un fiorellone (un fiore grande)

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